Bollitori da latte: migliori, come scegliere, costi, confronto, recensioni, opinioni

Il bollitore è ormai una presenza costante nelle nostre cucine. Una presenza promossa non solo dal fatto che grazie ad esso è possibile avere in tempi rapidissimi acqua calda per preparare il caffè o il tè, oppure da utilizzare per cuocere la pasta, ma anche per le suggestioni che riesce a creare da un punto di vista visivo. Molti bollitori, infatti, sono veri e propri oggetti d’arredamento, tanto da spingere molti designer a misurarsi con essi.

La sua peculiarità, quella che ha spinto molti nostri connazionali a dotarsi di questo comodissimo elettrodomestico è però proprio quella di assicurare acqua calda in tempi brevissimi, una caratteristica che diventa pregiata soprattutto alla luce di un ritmo di vita che diventa sempre più intenso, sino a costringere molte persone a fare della velocità in ogni ambito della sua vita un vero e proprio must. Il bollitore risponde in pieno a questa esigenza di rapidità. Chi si sveglia la mattina presto per andare al lavoro o deve preparare la colazione per i figli che vanno a scuola, ha la necessità di avere acqua calda in un arco di tempo estremamente ristretto. Una esigenza che il classico pentolino non è in grado di corrispondere pienamente, a differenza del bollitore.

Occorre però ricordare che il bollitore va utilizzato per lo scopo per il quale è stato progettato, che è solitamente quello di portare ad ebollizione l’acqua. Nel caso si abbia intenzione di utilizzarlo in altro modo, occorre fare molta attenzione a quello che si fa, perché il rischio di dare vita a danni irreversibili è molto elevato.

Il bollitore da latte

Perché abbiamo voluto precisare che il bollitore va utilizzato per bollire l’acqua? Si tratta di una precisazione del tutto necessaria alla luce del fatto che in alcuni casi esso viene ad essere utilizzato invece per bollire il latte. In questo caso, però, si presenta un problema di non poco conto, quello derivante dal fatto che un’operazione simile potrebbe in ultima analisi provocare danni pressoché irrimediabili al bollitore.

Va infatti precisato che il latte non bolle come l’acqua e lascia residui. Per molti aspetti i due liquidi sono abbastanza simili. In particolare il latte è composto per l’87% di acqua, il punto di ebollizione si attesta a 100° C e l’acidità (pH) è compresa tra 6.4 e 6.8 contro quella dell’acqua potabile che si attesta tra 6 e 8.4.

Tra i dati indicati, quello decisivo è il secondo. Quando la temperatura del latte valica la soglia dei 100 C, l’acqua cambia stato da liquido a vapore, ma la sostanza del rimanente 13% va ad impedire che le microbolle evaporino, intrappolandole in una schiuma. Proprio la crescita della schiuma può rivelarsi troppo rapida per essere rilevata in tempo prima del suo trabocco.

Una situazione di questo genere può concorrere a creare alcune situazioni critiche, ad esempio:

  • può portare a un mancato rilevamento del livello di temperatura da parte del sensore termico;
  • può lasciare il bollitore in funzione con una scarsa quantità o nessun liquido al suo interno;
  • i depositi lasciati dal latte sul sensore possono a gioco lungo inibirne il corretto funzionamento.

Uno dei risultati possibili, in ognuna delle situazioni descritte è quello rappresentato dal cortocircuito. Una situazione che assolutamente evitata, in quanto proprio l’uso improprio del bollitore, di cui rimarrebbero le tracce, spingerebbe infine la casa produttrice a rifiutare l’assistenza prevista in garanzia.
Oppure può accadere che il latte entri in fase di ebollizione, spingendo la schiuma ad entrare nel sensore di ebollizione, ovvero il tubo che porta all’interruttore bimetallico, ricoprendolo nel latte e rendendolo di conseguenza inutilizzabile.
La soluzione alle problematiche ricordate è quella prospettata proprio dalle aziende che producono bollitori, le quali hanno approntato alcuni modelli che sono appunto in grado di svolgere il loro lavoro anche con il latte.

Sono laureato in Lettere e filosofia, con una tesi sul confine orientale italiano alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo da anni sulle più svariate tematiche, dall’economia allo sport, passando per le criptovalute, le energie rinnovabili e molto altro.

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